De profundis

Manovra a tenaglia. Grillo mette all’angolo Bersani che coglie (pochi lo hanno fatto in tempi non sospetti) la potenzialità antidemocratica del M5S. Berlusconi lo pressa strumentalmente da destra in nome della (vera) urgenza economica e sociale dell’Italia. Renzi da il ko finale dall’interno facendo leva sulla supposta umiliazione di Bersani di fronte agli stellini.
Missione compiuta: i comunisti italiani sono stati finalmente eliminati.
Non credo mai ai complotti, ma alla convergenza degli interessi, anche di livelli differenziati, sì.
Per Grillo, insisto, probabilmente più una vendetta personale che una posizione politica. Basta vedere quanto diverse le sue reazioni verso tutto il resto del circo politico.
Per Berlusconi l’eliminazione definitiva degli ultimi che ricordano ancora – in questi giorni confusi – le sue tendenze eversive del sistema costituzionale, per non dire delle cene eleganti.
Per Renzi una sincera convinzione (condivisibile) che molto vada cambiato nei toni e nelle logiche della politica, sposata con una divorante ambizione personale.
Il risultato è davvero un cambiamento epocale: è la perdita di un pezzo del dna politico e sociale italiano, quello che ancora ricordava – vagamente, malamente, ma lo ricordava – l’idea di giustizia sociale intessuta nella costituzione.
Perso questo pezzo, siamo pronti per il futuro. Un futuro dove l’impero delle multinazionali potrà regnare incontrastato.
Da quanto tempo ci dicono che l’Italia ha una struttura capitalistica arretrata? Con troppe famiglie al vertice delle imprese? Con troppe piccole e medie imprese? Pensate solo a quante piccole botteghe cedono le armi di fronte alle grandi catene di distribuzione.
Il capitalismo internazionale, un club riservato a forse qualche migliaio di persone che decidono tutto, non riusciva ancora veramente a penetrare il sistema italiano.
Non abbiamo investimenti esteri, gridano tutti in continuazione. Colpa della mafia, gridano. Vero. Colpa di un apparato burocratico che crea solo ostacoli, risponde l’eco. Verissimo.
Ma anche merito di una rete di piccole imprese in cui il lavoro è ancora dignità. Nonostante tutto.
Basta vedere come trattano i propri dipendenti i grandi colossi, da Amazon a Ikea.
E allora quell’idea di società, che purtroppo spesso si è trasformata in rendite di posizione, in opportunismo o peggio, doveva essere eliminata. Perché l’idea, nonostante tutto, era rimasta.
E non credo che l’occhio benevolo dell’amministrazione americana verso i grillostellati, sia casuale.
È vero che l’America oggi ha Obama. Ma le logiche che governano la società e la politica americana non sono cambiate. E quelle logiche sono decise dal club di cui sopra. Non da Obama che ha fatto quel che ha potuto per intaccare solo la superficie del sistema.
L’idea di giustizia sociale che ancora esisteva nel dna degli ultimi comunisti (che non era estranea nemmeno ai migliori democristiani di una volta, ormai finiti da un pezzo) era un dato fondante dell’Italia.
Forse era anche quello che faceva dell’Italia un buon posto per vivere, nonostante tutto.
Andava eliminata perché nuove logiche economiche potessero affermarsi.
Non credo ai complotti. Ma alle convergenze di interessi sì.

De profundis

Tosca

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Restiamo umani

Ha ragione Cacciari quando dice : “cosa vuole Grillo? Esattamente quello che dice, vuole distruggere tutto”.
I motivi possono essere mille: perché vuole vendicarsi del Pd, perché è telecomandato da oscuri personaggi, perché è convinto che non ci sia altro da fare, perché così guadagna soldi col blog…il motivo non importa.
Quello che conta è capire esattamente come stanno le cose.
Siamo abituati da una politica infame a gente che dice una cosa, ne pensa un’altra e alla fine ne fa un’altra ancora. Anche se, a dire il vero, questa è una perversione della nostra società ancor prima che del sistema politico.
Per questo abbiamo accettato allegramente e riso ampiamente alle sue invettive e dichiarazioni di guerra (tipo le bombe sul parlamento). E anche perché – e qui sta la trappola mortale – lui è un commediante, nel senso più tecnico del termine. Il teatro distilla caratteri e situazioni per mostrare la sostanza dell’animo umano, li porta all’estremo per farceli vedere. Quindi in tutti quei comizi, che molti hanno inconsciamente confuso per spettacoli, ridevamo allegramente. Se le stesse cose le avesse dette chiunque altro lo avremmo già rinchiuso.
Ma la licenza poetica ha messo uno schermo davanti agli occhi della gente. Che era già abbastanza incazzata da farsi trascinare da uno che sembrava dire delle sacrosante verità. Il resto? Beh, scherzava, ovvio.
Invece Grillo va preso alla lettera. Ogni interpretazione delle sue parole ci porta completamente fuori strada. Stando ai fatti finora visti, Grillo non conosce le sfumature, non conosce la realtà. Il mondo è un panorama autistico in bianco e nero. Lui se lo può permettere dall’alto del suo ruolo nella società, ancor prima che della sua situazione economica.
Il problema però, a questo punto, non è lui. Sono gli otto milioni di italiani che lo hanno votato.
Una parte di questi, quelli che pensavano che “scherzasse” e che poi alla fine avrebbe cacciato i cattivi e salvato i buoni, sono lì con gli occhi sbarrati e la testa che dondola, come pugili suonati.
Ma ce n’è un’altra parte, non sappiamo quanto grande, che lo segue ciecamente. Hanno assaggiato una droga pesante: il sogno. Il sogno di far cambiare tutto con un colpo di spugna, il sol dell’avvenire, il paradiso delle vergini, la rivoluzione.
È un sentimento che corrisponde di amorosi sensi all’anima italiana, così poco incline alla noia del faticoso lavoro per progredire e focalizzata sul colpo di genio che risolve i problemi.
In fondo noi italiani pensiamo che alla fine ce la caveremo sempre. Siamo creativi, geniali, troviamo sempre la soluzione. Ce la siamo sempre cavata, no? E invece no, non ce la siamo sempre cavata. Abbiamo sempre trovato il sistema di nascondere la polvere sotto il tappeto, questo sì. Credevamo di averla sfangata varie volte, nell’ultimo mezzo secolo. Ma ora, di trovata in trovata, siamo arrivati a fine corsa.
Perché con le nostre genialate ci siamo ridotti ad essere un paese arretrato, culturalmente, socialmente e, come ovvia conseguenza, anche economicamente. Nonostante le nostre indiscusse capacità.
Abbiamo le caratteristiche sociali di un paese sottosviluppato: molte emozioni, poco cervello sociale, quasi zero senso civico, livello culturale sotto i tacchi (siamo da sempre uno dei paesi che legge di meno in Europa).
Va detto, a nostra difesa, che vent’anni di regno dell’ignoranza, vent’anni in cui rivendicare di non aver mai letto un libro era un vanto, hanno scavato solchi tragici nell’anima collettiva.
È molto probabile che Grillo riesca a distruggere tutto.
Allora, nello scenario disastroso che ci attende – economico, probabilmente, ma soprattutto di degradazione del senso di umanità – è meglio che ci attrezziamo da subito. Cercando dentro la parte migliore del carattere italiano. È qui che ci serve essere creativi e solidali come sappiamo di poter essere.

Restiamo umani

Tosca

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Padri padroni

Ha ragione Beppe Grillo. I suoi elettori sono figli di NN. O anche peggio.
Mi sono domandata in questi giorni di politica convulsa come mai Grillo, e tanti suoi followers che vedo scrivere sul blog, siano così accaniti contro il Pd.
Ci sono insulti, pernacchie, minacce e tutte contro il povero Bersani. Ci fosse mai uno che si incazza con lo psiconano.
Non capivo la ragione di una rabbia così feroce contro un partito che ha tante magagne, colpe a profusione, ma che, oggettivamente, conserva ancora un gran numero di elettori – e anche una parte di dirigenti – capaci di sincerità e onestà. Non possono non saperlo, mi dicevo.
Allora perché questa ferocia e la chiara determinazione a distruggerlo? Perché questo rifiuto – sinceramente poco argomentato – ad avere qualunque rapporto con il Pd? Anche rischiando il tutto per tutto, compresa la maledizione eterna degli italiani per averli ributtati nelle braccia del signore di Arcore?
E poi, oggi, ho capito.
Non si tratta di onestà o capacità. Si tratta di un problema più profondo. La rabbia che esce dal ventre degli elettori di Grillo è la rabbia contro chi non ha saputo difenderli, non è stato capace di proteggerli dallo stupro civile e sociale che hanno subito in vent’anni di cultura berlusconide.
È come quando un figlio è stuprato dal padre. Molto spesse la sua rabbia più violenta è contro la madre. Lei doveva proteggerlo, lei doveva fare da scudo e impedire l’orrenda cosa che gli è stata fatta. Non ha voluto/non ci è riuscita: ergo, è colpa sua.
Quindi ha ragione Beppe Grillo quando parla di figli di NN.
Anche se, devo proprio dirlo, mi domando quando questi “figli” smetteranno di vedersi come tali. Ovvero smetteranno di essere degli adolescenti giustamente incazzati per quel che gli è successo e prenderanno in mano il loro destino.
Lo stupro è una brutta cosa, ma è potuto accadere proprio perché gli italiani, molti italiani, non hanno mai smesso di cercare un padre/capo/conducator e chiedono perennemente ad un uomo del destino di guidarli verso un meraviglioso avvenire.
A volte gli va bene e trovano padri accorti (ce n’é stato qualcuno in passato e basta guardare come si coccolano Napolitano) a volte trovano padri pedofili. Ma restano sempre minorenni. Così gli piace. Così vogliono rimanere. È molto meglio così che entrare nella realtà, fare delle scelte – che per loro natura, costringono a rinunciare a qualcosa per avere qualcos’altro. E aver votato Grillo in massa lo dimostra una volta di più. Perché anche lui è un padre padrone. E infatti lo adorano.
Allora devo proprio mandare un messaggio a Bersani: messaggio sbagliato, signor segretario. Cosa fa incazzare ancor di più un adolescente incazzato? Dirgli che deve lasciar da parte la sua rabbia e ragionare come un adulto ed essere responsabile. Lui non vuole essere responsabile. Non gli importa assolutamente niente di essere responsabile. Vuole solo soddisfazione per la sua rabbia. Scommetto che se Bersani facesse una di quelle cose che trovo ridicole, ma vanno tanto di moda nel mondo anglosassone, e chiedesse scusa a tutta questa gente…beh, mi sa che potrebbe avere delle belle sorprese.

Hasta siempre

Tosca

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