Abbiamo ancora i pianoforti

Siamo nella merda. Siamo (ci sentiamo) poveri perché questo Natale non potremo comprare il nuovo modello di i-minchia qualcosa. Siamo poveri perché questo Natale dovremo rinunciare al panettone. Siamo tutti poveri. Anche quelli che potranno mangiare e perfino comprare dei regali.
Siamo poveri dentro. Per questo ci sono così tanti poveri fuori. Perché abbiamo dentro la miseria di una vita riempita solo di cazzate.
Non vediamo più futuro, non perchè non abbiamo soldi, ma perché abbiamo dato ai soldi il potere di decidere se ci sentiamo vivi.
Forse è qui che dovevamo arrivare per capire cose che altri prima di noi sapevano.
Le iniziative natalizie della mia città, fatte apposta per farti comprare, quest’anno hanno miracolosamente partorito un’idea: pianoforti in giro per le vie del centro. Chi vuole si siede e suona.
Mi siedo e aspetto.
Arriva un ragazzo. Giovane, occhi chiari, magro. Si siede deciso, appoggia lo zainetto e mette le mani sulla tastiera. E suona. E cura le anime. Anime afflitte, disperate, martoriate. La musica scende lentamente e lenisce il dolore.
Lo guardo, gli dico: sono il tuo pubblico, suona per me.
La gente passa e guarda un attimo, curiosa. FERMATEVI gli grido silenziosamente.
Un altro ragazzo arriva. Si siede. Ascolta.
Poi il primo gli offre la tastiera: vuoi suonare? Tra di loro e con me nasce un circuito. Il secondo ragazzo suona. Poi si ferma.Tende una mano verso il primo che lo sta ascoltando: Arturo, piacere. Giorgio, ciao.
Io sono sempre il vostro pubblico, dico con gli occhi.
Ma i due ormai sono partiti: suonano insieme, uno verso la musica dell’altro. Suonano musiche diverse. Ma cercano qualcosa da suonare insieme: che possiamo fare? Battisti, Imagine, i Beatles, colonna sonora dell’anima. È più importante suonare insieme, della loro musica personale.
E suonano. La gente continua a guardare e passare. Ma lì si è formato un nucleo: chissenefrega degli acquisti. Siamo qui, possiamo suonare (e alla fine cantare) insieme. La gente, pian piano, comincia a fermarsi.
Siamo poveri. Ma abbiamo ancora i pianoforti.

La bellezza salverà il mondo – Todorov

Tosca

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