Spettacolo indecente

Da 40 giorni assistiamo a uno spettacolo indecente. No, non sto parlando dello sconcertante balletto dei partiti politici. Parlo del comportamento dei giornalisti italiani e del modo in cui credono di fare informazione.
Gli inseguimenti, le imboscate, le interviste che cercano di strappare con comportamenti al limite della molestia contro i deputati del movimento cinque stelle, le domande ripetute a pappagallo che non chiedono mai quali iniziative politiche intendono mettere in atto ma solo se si stanno spaccando o se faranno alleanze per il governo o no. E le domande sono tendenziose, mirate solo ad ottenere una frase ad effetto o una dichiarazione sorprendente. Non cercano mai di capire e far capire, vogliono solo stupire.
Mi sto convincendo che il livello indecoroso dell’informazione in Italia è in buona parte responsabile dell’isteria che ha ormai palesemente preso l’Italia.
Un’isteria collettiva tutta emozione e niente ragionamento.
Quando vedo le cosiddette piazze televisive dove l’inviato del programma di turno riunisce la gente urlante, incazzata e dolente alla quale chiede solo di scatenare le emozioni, di raccontare la sua disperazione quotidiana e mai di dare conto di quali sono le cause del problema, mi rendo conto che questo ha una terribile conseguenza. Quel dolore e quella rabbia, funzionali solo ad un supposto spettacolo, non alla comprensione, vengono moltiplicati a mille, impiantati nella testa di chi guarda come unico elemento di narrazione della crisi. Non danno né criteri politici, né criteri umani per capire.
Sono colpi sotto la cintura, che vanno direttamente alla pancia di chi guarda. E che solo quella pancia nutrono. E se si nutre solo la pancia di una società, solo quella funzionerà.

Non prevalebunt

Tosca

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